Consigli di Worldbuilding, Parte 2: Civiltà

da | Mar 15, 2024 | Worldbuilding, Approfondimenti

Nella prima parte abbiamo esplorato la base geografica su cui costruire il vostro mondo (o universo) di fantasia.

In questa seconda parte aggiungerò la componente sociale e tecnologica, ma non ancora quella umana e culturale in senso stretto. Civiltà e società sono infatti su livelli diversi; in questo articolo ci occuperemo della prima. E a proposito di livelli…

Tecnologia e conoscenza

Il punto di partenza fondamentale è capire quale livello di padronanza tecnologica possiedono gli abitanti del vostro mondo. Il modo più semplice per farsi un’idea di base è pensare ai periodi storici della storia umana: la vostra civiltà è preistorica, feudale, preindustriale, moderna o interstellare? Questo è un buon punto di partenza, ma ricordate che nelle storie di fantasia futuro e passato non coincidono necessariamente coi livelli tecnologici delle civiltà che vivono in essi. La domanda più generica che potete porvi è: di quali strumenti dispongono per manipolare le risorse naturali?

La Scala di Kardashev è un altro ottimo inizio per esplorare diversi tipi di civiltà, ma non è sufficiente per costruire civiltà realistiche e profonde. I noti Fremen di Dune, ad esempio, sarebbero difficili da collocare su questa scala, nonostante possiedano una tecnologia più avanzata di quella umana attuale in certi aspetti. Inoltre la scala non fornisce grande aiuto nel caso stiate creando un mondo più fantastico che fantascientifico.

Un modello esteso che vi suggerisco, basato in parte su varianti della Scala di Kardashev, è il modello di gestione della conoscenza, illustrato nella tabella seguente in ordine di ampiezza/profondità crescenti:

immagine 2
  • Nel Modo Personale, la conoscenza è legata alle esperienze sensoriali dei singoli e non è sistematica né tramandata; pensate ad esempio a civiltà molto primitive con basi di linguaggio minime e gruppi ristretti e isolati, o a civiltà con una certa tecnologia ma in seguito a un collasso sociale e la fiducia verso il prossimo è minima (tipo Mad Max);
  • Nel Modo Locale, la conoscenza è ancora legata alle esperienze sensoriali ma prendono forma mitologie e metodi di trasmissione; alcune tecniche vengono approfondite (specialmente quelle orientate a soddisfare bisogni primari) e condivise oralmente con altri gruppi più estesi e comunità;
  • Nel Modo Istituzionale prendono forma i primi luoghi dedicati alla conoscenza: templi, università, librerie, accademie. La conoscenza viene conservata su mezzi fisici (libri, pergamene, tavole) che possono essere consultati e trasportati. Nascono professioni dedicate alla conservazione e alla trasmissione della conoscenza. La maggior parte dei fantasy si colloca in questo modo;
  • Nel Modo Digitale, (che è approssimativamente quello del nostro mondo attuale) la trasmissione della conoscenza non è più limitata geograficamente ai luoghi dedicati, né ai bisogni primari. L’accesso è generalmente libero e globale, e la quantità di informazioni raggiunge una mole tale che nessun individuo può conoscere tutto, richiedendo specializzazioni e settorializzazioni;
  • Nel Modo Artificiale, la mole di informazioni diventa così vasta che parte dei processi viene delegata a computer e intelligenze artificiali forti (non come quelle attuali; più come HAL di 2001: Odissea nello Spazio). La settorializzazione è così dominante e profonda che sono richieste professioni capaci di mediare tra settori diversi della conoscenza. L’accesso e la conservazione sono così facili che le istituzioni diventano di importanza secondaria, e il loro contributo è primariamente quello di stimolare interazioni fra settori diversi della conoscenza;
  • Nel Modo Trascendentale, la civiltà ha il completo controllo sulla conoscenza. Ogni individuo può conoscere tutto in ogni istante o luogo, senza limiti di memoria o trasmissione. Esperimenti e analisi sono condotti simulando scenari alternativi di complessità arbitrara, inclusi possibili passati e futuri.

Queste categorie non sono nette e soprattutto non sono necessariamente in ordine cronologico; potete sperimentare con varianti di esse e intersecare più qualità di ciascun modo, a seconda di quali caratteristiche immaginate per la vostra civiltà. Se il vostro mondo è sufficientemente esteso, è realistico che vi possano abitare diverse civiltà contemporaneamente, ciascuna con diversi livelli tecnologici e con diverse interazioni tra vicini, alleati e nemici. Ma come disporle?

Localizzazione e radicamento

Una volta che avete un’idea di massima di quanto avanzate sono le vostre civiltà, è il momento di dare loro una casa. Per fare ciò è fondamentale rifarsi alla geografia realizzata nella prima parte, poiché ogni civiltà avrà caratteristiche strettamente legate al luogo in cui hanno avuto origine: una civiltà localizzata su montagne impervie (come ad esempio gli Inca o i tibetani) avranno strutture e infrastrutture radicalmente diverse da una basata sui deserti o sui fiumi.

Una volta che avete determinato la posizione geografica della vostra civiltà, ecco una serie di domande utili per delineare più dettagli della vostra civiltà:

  • Quali condizioni geografiche hanno favorito l’ascesa e il consolidamento di questa civiltà? Quali invece la rendono vulnerabile?
  • Di quali risorse necessitano per sostentarsi? Come vengono estratte? Di quali risorse sono carenti?
  • Come sono organizzate/disposte le loro infrastrutture? Dove si trovano le città principali (se esistono)?
  • Esistono luoghi di potere, di culto o “landmark” di altro tipo? Dove si trovano?
  • Qual è il più grande progetto realizzato (o iniziato) dalla vostra civiltà? Pensate ad esempio a ponti, server, trasporti o particolari metodi di estrazione o accumulazione energetica
  • Quali altre civiltà sono loro alleate, quali nemiche? Perché?
  • Quali sono i limiti di questa civiltà?
  • Se doveste assegnare un colore a questa civiltà, quale sarebbe e perché?

Il processo inverso: dalla civiltà alla mappa

Il flusso di creazione che ho suggerito sopra è quello che funziona meglio secondo i miei gusti personali, ma certamente non è l’unico.

Si può ad esempio costruire una civiltà con relative dinamiche e conflitti, per poi aggiungere la geografia e le risorse necessarie a supportarla in un secondo momento. Questo “procedimento inverso” può risultare utile per non perdersi nella creazione di aree del mondo non centrali alla storia che intendete raccontare.

Ricordate infatti che l’obiettivo primario deve essere raccontare una storia, non costruire un mondo intero! Prendete solo gli ingredienti che vi servono per la vostra ricetta.


Una volta delineati questi aspetti, gran parte della vostra civiltà è pronta. Per renderla completa, realistica e vivida a tutto tondo mancano ancora aspetti politici, culturali e sociali; li affronteremo nella terza parte.

Se volete condividere la vostra civiltà immaginaria creata con questo metodo, lasciateci un commento!

<a href="https://www.edizioninovilunio.it/author/clockwork/" target="_self">Clockwork</a>

Clockwork

Fisico teorico fallito che cerca di insegnare e scrivere fantascienza e fantasy, saltando nel tempo tra neolitico e solarpunk italiano. Mastodoniano imperterrito. I miei scarabocchi sono passati per Novilunio, Cohibeo, Neutopia, Solarpunk Italia e Symphonies of Imagination.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *