La nostra letteratura è intrisa di tropi: schemi narrativi che si ripetono con regolarità e forniscono una base sulla quale raccontare una storia. Esempi notevoli nel genere fantasy sono il viaggio dell’eroe, ilå protagonista orfanå o la magia. Questa rubrica si pone l’obiettivo di dissezionare i tropi più usati, scombinarli nelle loro componenti e rimetterli insieme al contrario, nella speranza di scardinare gli stereotipi e di ispirare nuove storie.
Inutile dire che il tropo di questa settimana sia erede quasi in toto di una singola opera: la saga di Harry Potter. Nonostante non sia stata la prima a usare questo tropo (pensate ad esempio alla saga di Earthsea/Terramare di Ursula LeGuin, di vent’anni precedente), è sicuramente quello che ha lasciato più il segno nell’immaginario contemporaneo. E in meno di vent’anni, questo tropo sembra aver già esaurito il suo potenziale. O forse no…
La scuola non è una scuola
L’elemento scolastico è, ancora prima di quello magico, centrale nel fascino di questo tropo: parla al nostro passato, alla nostalgia degli anni del liceo, o al nostro presente, per chi di noi sta ancora vivendo quegli anni di semplici complicazioni.
Ma non tutte le scuole sono “scuole”; ovvero, un’accademia magica non deve per forza somigliare a un liceo moderno. Può essere è un’accademia d’elité, accessibile solo a pochi ultraricchi (che valore avrebbe la magia in tale mondo?); oppure può essere sottesa a un ordine monastico/religioso, come molte scuole medievali nel mondo islamico e in seguito in Europa. O, ancora: una scuola à la Montessori, dove sono gli alunni a decidere cosa imparare e gli insegnanti hanno solo un ruolo di guida.
La gerarchia scolastica è diversa
Siamo abituati, per esperienza decennale, a vedere la scuola come una dualità immobile, una simmetria necessaria tra insegnanti e insegnati. I primi sono esperti e affidabili, o talvolta potenti e meschini, mentre i secondi ricevono l’istruzione o la rifiutano.
E se questa gerarchia fosse rovesciata? Come sarebbe una scuola di magia in cui si diventa professori… sconfiggendo i professori in cattedra? Che valore avrebbe l’insegnamento e quale la competizione?
I protagonisti non sono gli studenti
E’ automatico assumere che i protagonisti in una scuola di magia siano coloro che imparano, generalmente con i professori che fanno loro da aiuto o ostacolo. Ma non esistono solo loro nelle scuole, vero?
Come sarebbe una storia di magia raccontata dal bidello dell’istituto, o dalla segretaria che svolge pratiche magiche? La vostra scuola magica ha insegnanti di sostegno che aiutano particolari studenti menomagici? E i tecnici di laboratori alchemici? Ecco a voi un’orda di potenziali nuovi protagonisti!
La magia non è “standard”
Non tutta la magia funziona con bacchette e incantesimi, come la maggior parte del fantasy moderno può portarci a pensare. Svariati esempi storici di credenze e medicine tradizionali possono dare un sapore unico alla vostra scuola di magia: immaginate una scuola tribale africana in cui si insegnano esclusivamente magie voodoo, o una scuola nomade che trasmette conoscenze sciamaniche in giro per le vaste steppe del Nord. Riti sacrificali centroamericani per invocare il favore delle divinità, auguri che divinano con frattaglie di animali… esistono più magie delle solite palle di fuoco!
Con quest’oceano di possibilità, non vi rimane che scegliere una classe e iniziare a studiare quale idea sarà la migliore per i vostri futuri incantesimi!
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