Il Depositario dell’Eco: recensione di un fantasy italiano

da | Giu 18, 2024 | Recensioni, Urban Fantasy

Il Depositario dell’Eco è un romanzo fantasy steampunk dell’autrice emergente Carlotta Martello. Seguivo la casa editrice Lumien da un po’ e ho voluto dare un’opportunità proprio a questo libro, un po’ attirata dalla copertina curatissima, un po’ per la promessa di una storia fresca con un’ambientazione originale.

Mi aspettavo quindi un libro ricco di avventura e misteri, che mi tenesse incollata alle pagine. Iniziamo con la recensione e vediamo se Il Depositario dell’Eco ha soddisfatto le mie aspettative!

La trama

La trama è originale e ricca di misteri e colpi di scena.

Il Depositario dell’Eco è ambientato seicento anni dopo la caduta dei Primi e della loro tecnologia. Nel frattempo, nuove città, stati e imperi sono rinati, ma senza ricordi del passato che i Primi si sono lasciati alle spalle. Ci troviamo quindi davanti a uno dei trope più comuni nella fantascienza: quello dei Precursors. Ammetto che non si tratta del mio trope di fantascienza preferito, ma ero curiosa di vedere come sarebbe stato sviluppato in un’ambientazione steampunk.

La storia inizia a Nova Londra, titanica città su più livelli, e segue le vicende del protagonista Kyle Blackburn. Di lui sappiamo che proviene dal Quarto livello, ma è costretto a vivere al Primo per saldare un debito con il Collettivo, un’organizzazione di criminali.

Durante l’ultimo colpo, Kyle ruba il prezioso anello della nobile Astrid St Clair. Il gioiello, però, riattiva un meccanismo nascosto che inietta a Kyle un veleno: voci costanti iniziano a infestargli la mente e visioni che non gli appartengono gli mostrano una realtà distorta. Solo Astrid St. Clair può aiutarlo a scoprire cosa gli sta accadendo e a trovare l’antidoto. Per farlo, Kyle dovrà seguirla in un viaggio alla ricerca di tre Chiavi.

Ambientazioni uniche

Le ambientazioni sono senza dubbio ben pensate e dimostrano al lettore di essere state studiate approfonditamente.

Nova Londra è una città verticale sviluppata su nove livelli, divisi per ceto sociale. Il primo livello è costruito sulle rovine di Londra e ospita criminali e mendicanti. Il quarto livello invece è abitato dalla borghesia e il nono dalla famiglia reale. Per muoversi si utilizzano ascensori ma non tutti i cittadini possono accedere ai livelli più alti.

L’idea è molto interessante, anche se i personaggi passano relativamente poco tempo a Nova Londra e la città non viene approfondita come avrei voluto; le descrizioni inoltre non mi hanno trasmesso molto. Questa città, potenzialmente ricca di scorci evocativi, ha faticato ad assumere una dimensione concreta nella mia mente.

Lo stesso accade per Parigi, in cui si svolge una parte importante della storia. Le descrizioni non sono così vivide come mi aspettavo e mi sono spesso ritrovata a immaginare ampie strade vuote, prive di vita.

Discorso diverso invece per Bashir e Atene che sono molto vivide, caratteristiche. L’autrice ha fatto un ottimo lavoro nel costruire queste due città e le popolazioni che ci vivono. I capitoli ambientati a Bashir e Atene scorrono benissimo e sono stati i miei preferiti in tutto il libro.

I personaggi

Oltre a Kyle, di cui vi ho già parlato, i personaggi più importanti sono Astrid e la sua guardia del corpo Alistair.

Astrid è una nobile, la classica burbera che si rivela un cuore di panna man mano che vai avanti con la storia. Non è il genere di personaggio che preferisco, ma è costruita bene. Alistair invece l’ho amato fin da subito. Ex soldato, ottimo combattente, farebbe di tutto per Astrid. Insieme a Kyle formano un trio formidabile.

Mega spoiler su un personaggio
Purtroppo il personaggio che più preferivo, Alistair, va incontro a una brutta fine. Non posso ancora perdonare l’autrice.

I punti deboli

Lo stile di scrittura è buono anche se penso che un’ulteriore revisione avrebbe potuto migliorarlo notevolmente. Alcuni passaggi risultano ripetitivi e ho notato un uso esagerato dei beat che rallentano i dialoghi e la narrazione in generale. Ma questa è più che altro responsabilità dell’editor.

Inoltre nell’ultimo capitolo viene risolto il mistero che circonda i Primi. Chi sono — anzi, erano — e perché sono così importanti? A cosa servono le Chiavi? Ecco, con “risolto” intendo che c’è uno spiegone di due pagine e ammetto di esserne rimasta un po’ delusa. È una spiegazione che salta fuori un po’ dal nulla e mi ha lasciata con grandi dubbi sul worldbuilding.

Spoiler spiegazione finale
C’era qualche hint nel corso del libro, per cui ovviamente i Primi sono la nostra società: nel 2126 la Terra è messa in ginocchio dalla sovrappopolazione e i governi decidono di rilasciare una sostanza che rende sterile ogni singola persona in età da riproduzione. Questa sostanza viene manomessa e scoppia la Piaga, che rende le persone immuni al dolore, violente, contagiose… Tutti si massacrano a vicenda e viene fondato un team di ricerca per tramandare le memorie ai posteri, in modo che venga realizzato un antidoto. Il fluido iniettato dall’anello non è un veleno, ma una sostanza che permette di vedere le memorie di una dottoressa del team di ricerca. Sarà lei a guidare Kyle sulla strada giusta.

Conclusioni

Per concludere, il primo capitolo della saga mi è piaciuto, e aspetto il secondo. La storia è avvincente, il worldbuilding ben costruito. Le ambientazioni mi sono piaciute moltissimo e non vedo l’ora di sapere cosa combinerà l’autrice con il prossimo volume.

Voi l’avete letto? Fatemi sapere nei commenti!

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Mab

26 anni, nella vita mi occupo di grafica ma sono da sempre appassionata di scrittura. Amo il fantasy, la storia antica e i gatti.

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