Tutti – o quasi – conosciamo Licia Troisi come scrittrice di fantasy per ragazzi. Dai suoi mondi pieni di magia, draghi e avventure, ha deciso di buttarsi su un genere nuovo e totalmente lontano dalle sue corde: il giallo.
Come suo primo approccio a questo genere, La luce delle stelle è un esperimento non proprio riuscito. É stato un salto nel vuoto, come dice lei stessa, ma forse avrebbe potuto accendere qualche luce in più e regalarci un mistero un po’ meno banale.
Ma andando per ordine
La storia è ambientata in un osservatorio immaginario e si svolge in una sola notte.
I capitoli vengono scanditi dalla dicitura UTC-XX, che indica il fuso orario: “UTC” è in sostanza l’orario del meridiano di Greenwich, mentre il “–” in questo caso indica di quante ore indietro (XX è un numero ignoto) rispetto a quel fuso orario si trova il nostro misterioso osservatorio.
Nel bel mezzo di un turno come tanti altri, un gruppo di ricercatori si trova improvvisamente al buio quando uno strano black-out li taglia fuori dalla civiltà. Il protagonista, Gabriele, è un giovane ricercatore italiano un po’ impacciato e insicuro. Ci fa subito simpatia, fino a quando non si perde in enormi pippe mentali sul cielo, le stelle e la sua collega spagnola, Mariela. É lui che si improvvisa detective, perché “fare l’astronomo è un po’ come fare il detective: hai delle prove e devi tirare fuori la legge che li unisce”. L’intera vicenda viene di fatto trascinata da Gabriele e dai suoi tentativi di risolvere il mistero dietro al black-out e alla morte di uno dei ricercatori.
Un giallo… poco giallo
La parte di mistero è costruita da una serie di cliché abbastanza banali. Non sono una grande lettrice di gialli, ma avevo capito chi fosse il colpevole dalla sua prima apparizione in scena. Licia non si è molto impegnata per creare una trama degna di un investigatore e i colpi di scena sono molto semplici e a tratti al limite della logica.
Anche i personaggi secondari sono piatti e poco interessanti. I colleghi di Gabriele sono spesso stereotipati in base al loro paese di origine (Matt è inglese, ovviamente ascolta i Sex Pistols e ha la copertina di God Save the Queen come sfondo del pc) e del nostro protagonista impariamo solo che è solito autocommiserarsi e guardare il cielo di notte. Un po’ pochino, insomma.
Una riflessione sul mondo accademico
L’aspetto più interessante è la rappresentazione del mondo accademico, nel dettaglio di quello dell’astronomia. Ne è portavoce il personaggio di Samantha che sfrutta i dottorandi per scrivere i suoi articoli – e non solo.
“E come se non bastasse, mi tratta come una segretaria: mi fa comprare i regali per i suoi amanti, mi manda in giro a lavarle la macchina, mi chiede di fare cose che non c’entrano niente con il mio lavoro, solo perché può!”
Nelle note, Licia ci spiega che il suo personaggio è volutamente esagerato, ma che vuole rappresentare le dinamiche presenti nel mondo della ricerca e le loro conseguenze spesso negative:
“un sistema così competitivo, in un ambito in cui la cooperazione dovrebbe essere la regola -si fa ricerca per sé stessi, certo, ma anche per l’umanità intera, per far progredire la conoscenza di tutti- ci fa perdere talenti, e finisce per ostacolare quest’enorme impresa che ci siamo proposti di portare avanti”.
Licia fa pronunciare al personaggio di Mariela parole simili, quando Gabriele rivela che anche lui, spesso, si trova a essere scoraggiato di fronte a questo lavoro che dà ben poco in cambio.
Quello che fate qua è importante”, dice a Gabriele. “É faticoso, a volte ingiusto, ma non devi mettere in dubbio ciò che fai, ma come sei costretto a farlo. Il sistema è marcio, sono d’accordo con te. E allora va cambiato, magari dall’interno, visto che tu ci stai dentro. Ma tutto questo […], tutto questo è sacro, e va salvato, perché è ciò che fa di noi quel che siamo: senza la curiosità che lo muove, l’uomo non è niente”.
In conclusione
Le tematiche della ricerca e dei problemi che esistono nell’ambiente accademico sono il vero fulcro dell’intero libro. Il mistero fa da contorno e non consiglierei questa breve storia agli amanti del genere, perché probabilmente la troverebbero troppo noiosa per arrivare alla parte finale. Ma è una lettura alla quale può valer la pena dare un’opportunità, se non altro per imparare qualcosa su un mondo che, per molti giovani in tutto il mondo, è spesso la realtà.
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