Perché leggiamo?

da | Feb 13, 2025 | Ispirazioni, Approfondimenti

Ci seguite già da vari mesi ormai, ma vogliamo darvi un’opportunità per conoscerci meglio e per raccontarvi cosa cerchiamo nei libri.

Leggere, come sappiamo tutti, è un’attività profondamente personale: dai due libri a due lettori e avrai otto opinioni diverse. Chi legge per rilassarsi, chi per cercare emozioni, chi cerca personaggi profondi e chi colpi di scena inaspettati; ognuno di noi cerca libri che soddisfino pruriti particolari che rendono ogni esperienza unica.

E noi, sì, noi del collettivo Novilunio, perché leggiamo?

Axel M P: Emozioni ed Esplorazioni

La risposta breve è “perché mi fa stare bene, mi diverte”. Ma se dovessi espandere un po’ di più questo concetto, direi che mi stimola, a livello emotivo e creativo: mi esalto quando trovo personaggi sfaccettati, capaci di stuzzicare il mio interesse e di farmi ragionare, anche se non disdegno mai quelli più semplici ma magari amabili.

Un’altra cosa che adoro è ritrovarmi per le strade di un mondo nuovo e sconosciuto, dove posso guardarmi intorno con curiosità e trovare risposte alle mie domande perché un autore pieno di amore e cura per il proprio lavoro ha creato un mondo ricco e me lo presenta con maestria.

Vivo le storie come vere e proprie avventure, capaci di divertirmi profondamente: ricordo con affetto tutte quelle volte che ho stretto e agitato il pugno per il trasporto di una vittoria, grande o piccola che fosse, o quando ho dovuto chiudere il libro, prendere un profondo respiro e cercare di accettare la tragedia della quale sono appena stato testimone, talvolta arrivando alle lacrime. Come dimenticare poi le risate che mi sono state strappate da dialoghi brillanti o buffe interazioni tra personaggi che mi sembra di conoscere da una vita.

Tutto questo e anche di più, senza nemmeno considerare la fame che cresce in me, il fuoco che si accende nel mio animo: il desiderio di creare tali storie a mia volta, magari quello stesso tipo di storie che mi esalterei a leggere, e che spero possano entusiasmare altri lettori come me.

Alcuni dei miei libri preferiti, sono: Musashi, un romanzo storico ricco di spunti sull’omonimo samurai; Red Rising, una serie di fantascienza con roboanti scene d’azione e intrighi; The Witcher, attualmente la mia serie fantasy preferita grazie ai suoi personaggi indimenticabili.

Beredet: Fuga dalla Fuga

Ho cominciato a leggere per escapismo, non lo nasconderò mai. Ero un bambino annoiato e quando mi dicevano che in un libro c’erano i draghi e i mostri, e i draghi che combattevano mostri, ovviamente ci sono saltato dentro a piè pari. Però definire che cosa mi spinga a leggere ora è più difficile, perché l’escapismo è diventato l’ingrediente minore.

Mi intriga la prospettiva di un’altra persona sulla realtà: potermi immergere nelle sue idee (creative, ma anche politiche) e scoprire se mi dirà qualcosa di nuovo, che non mi aspettavo. Penso che si tratti di una spinta verso un “di più” che non è possibile trovare nel quotidiano, un “di più” che non intendo definire, proprio perché è da questa ricerca senza un chiaro obiettivo che deriva il mio piacere nel leggere un buon libro. Alcuni dei miei libri preferiti sono And Then There Were None, La città dei libri sognanti e Il nome della rosa.

Clockwork: Tecnica e Apprendimento

So che molti leggono per divertirsi o immedesimarsi nei personaggi, ma per me non è così. Certamente mi capita, talvolta, di essere intrattenuto o coinvolto nell’esperienza di lettura, ma così raramente che non è ciò che mi spinge a prendere in mano un libro.

In quanto scrittore, ciò che mi motiva di più è imparare. Leggere altri autori per studiarne le frasi, le tecniche narrative, le idee e le esposizioni, oppure anche scoprire opinioni o scenari che prima non avevo mai considerato. Leggo principalmente autori che hanno da dire qualcosa sul nostro mondo prima che sul loro, e che usano altri mondi principalmente come veicoli per raccontare il nostro.

LoDev: Indagare la Realtà

La lettura è una finestra sul mondo. No, non un altro mondo, fantastico, immaginario, lontano: il nostro mondo. Più che escapismo e meraviglia (a cui pure non sono indifferente) ciò che desidero è il contatto con l’autore, la possibilità di parlarci anche indirettamente. Non cerco un accrocchio di parole e tropi costruito meccanicamente per il mio intrattenimento. Voglio un gioco di incastri, una ricerca personale che affronti e confronti prospettive diverse e sappia offrirmi, giunti al punto finale, un’affermazione coerente della propria visione.

E’ proprio questo genere di indagine sulla realtà (individuale, sociale, spirituale) che rende un racconto tanto prezioso e àncora la finzione al vero. E’ questa presenza umana nelle storie che mi fa dire: “Ne voglio ancora”.

Lotus: l’Esplorazione dell’Ignoto

Leggo da quando ne ho memoria, o meglio, da quando ho imparato a farlo, ma è sempre stato naturale come respirare, e similmente mi tiene in vita. Penso che questo sia il motivo principale che mi spinge a leggere, ma c’è di più: leggo per conoscere, per sognare, per imparare, per sentire e, sì, anche per scappare, ma soprattutto per esplorare ideali, realtà, valori e possibilità.

Leggere, così come scrivere, mi dà l’opportunità di fare tutto questo e non solo: mi permette di pormi domande, di trovare risposte e di costruire un ponte fra coloro che mi hanno preceduto e quelli che mi succederanno. Per me la lettura è crescita e cambiamento, perciò se le parole, prima delle azioni e dopo le idee, danno forma al mondo allora voglio immergermi in esse e cambiare insieme a loro.

Mab: Vivere e Condividere

Ho sempre amato leggere, forse perché ero una bambina molto curiosa e in casa i libri non mancavano mai. Le mie prime letture? Geronimo Stilton, Le Ragazze dell’Olimpo, La Bambina della Sesta Luna… che poi sono stati di grande ispirazione per scrivere le mie prime storie.

Leggere per me è un modo per viaggiare in altri mondi e vivere esperienze che non sarebbero possibili in questa realtà. “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria”, diceva Umberto Eco. “Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito.”

La lettura per me è un’attività sociale e lo è sempre stata: amo discutere di libri e personaggi insieme ad altri appassionati. È lo stesso motivo per cui guardo serie tv e gioco a un certo tipo di videogiochi: mi piacciono le storie e mi piace sviscerarle con gli altri.

Nadia: Comprendere la Natura Umana

Leggo perché, oltre al poter sperimentare un mondo nuovo e impossibile, mi piace entrare nella testa di un’altra persona e sviscerarne la psicologia. Mi piace osservare perché un personaggio sceglie di percorrere una strada invece di un’altra, da cosa hanno origine le sue paure, le sue aspirazioni, cosa lo rende orgoglioso. Cosa lo rende più o meno umano.

Come questi dettagli condizionano le sue relazioni con gli altri e come il mondo reagisce a lui; come questi definiscano in maniera diretta o meno il futuro della sua storia o quella di altri personaggi. Trovo affascinante come le azioni e i pensieri di una singola persona possano talvolta condizionarne tanti altri e dettare il finale di un viaggio, di un’impresa, o addirittura di una civilità.

Cerco me stessa e il mio opposto in una storia e mi domando: come reagirei io a ciò che sperimenta il personaggio? Come reagirebbe una persona che conosco, cosa le accomuna? Come reagirebbe un personaggio a qualcosa invece del mondo reale? La storia, decisa dalle azioni del personaggio, a quale evento reale può somigliare? Non c’è nulla di più intricato, imprevedibile e meraviglioso della mente umana, e i libri sono per me un modo di provare a comprendere e scioglierne i nodi.

Tra i miei libri preferiti: Il racconto dell’ancella, Demian e Vicious.

Rogue: la Scoperta fra le Pagine

Leggo perché scrivo. Ovviamente scrivo perché leggo, e perché mi stimola le sinapsi. Ma se questa deve essere una dedica alla lettura, c’è bisogno che sia accorata, e c’è bisogno che sia intima. E quindi per parlare del mio rapporto con i libri devo parlare del mio rapporto con la scrittura.

Quando ero piccola e aprivo un libro, era come infilare la testa nella vita di un’altra persona. Scoprirne i segreti, le vicende, i pensieri. Ora, invece, quando apro un libro lo faccio per infilarmi nella testa dello scrittore. Come fa a intrecciare le parole in modo che creino un intero universo in una frase che si legge in un fiato? Come rende vivo questo personaggio di cui io voglio scandagliare ogni anfratto dell’anima? Questa è la lettura, per me.

La lettura è scoperta, non solo di ciò che c’è tra le pagine, ma anche di quello che gli esseri umani riescono a creare, come possono imbastire una genesi partendo dal nulla. Leggo perché anch’io voglio essere così, perché creare è fondamentale per la mia esistenza, perché non c’è nulla di più meraviglioso di quello che non si tocca.

Sidney: la Replica della Meraviglia

C’è un sentimento che da piccolo sentivo molto spesso; lo provavo ogni volta che mi mancava la conoscenza su come qualcosa funzionava e la vedevo all’opera. Molti si sarebbero spinti a cercare di scoprire di più, capire il meccanismo dietro, eppure io rimanevo stupefattə, e tanto mi bastava per rimanere immobile.

Crescendo è naturale che si apprendano nuove cose, e proprio per questo si tende a dimenticare quella sensazione così bella della meraviglia, magari fino a non riconoscerla più. Ciò che voglio leggere è qualcosa che mi faccia provare quel che sentivo quand’ero piccolə, ma in proporzione a ora: qualcosa che non conosco, ma che posso contemplare e apprezzare senza conoscerne il funzionamento. Qualcosa che replichi la meraviglia.

Simone: Dare Senso al Mondo

Se da piccolo mi avessero chiesto “perché leggi?” probabilmente avrei risposto “perché è divertente”, con la sensazione di non aver detto la verità. Ora che sono un po’ più grande ho capito che leggo per comprendere il mondo che mi circonda.

Dopotutto sono solo uno e non vedrò mai tutto quel che la realtà ha da offrire: leggere mi aiuta a sbirciare in quelle parti di universo che mi saranno per sempre irraggiungibili – o in quegli universi in cui potrei metter piede solo nei miei sogni – e metterli in relazione con il mio microcosmo quotidiano, in modo da poterne capire meglio il meccanismo. È lo stesso motivo per cui scrivo, dopotutto: dare un senso alle cose, anche a quelle che non dovrebbero averlo.

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Clockwork

Fisico teorico fallito che cerca di insegnare e scrivere fantascienza e fantasy, saltando nel tempo tra neolitico e solarpunk italiano. Mastodoniano imperterrito. I miei scarabocchi sono passati per Novilunio, Cohibeo, Neutopia, Solarpunk Italia e Symphonies of Imagination.

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