Personaggi Secondari: davanti o dietro?

da | Gen 8, 2024 | Consigli di scrittura, Approfondimenti

Come se già non bastassero i (necessari) crucci sulla creazione dei personaggi principali, la maggior parte delle storie richiede almeno un certo numero di personaggi secondari; dalle famose “spalle” come Watson per Sherlock Holmes e Robin per Batman a veri e propri personaggi a tutto tondo, come l’Innominato dei Promessi Sposi.

Ma caratterizzare i personaggi secondari non è facile, e non tutti sono secondari allo stesso modo. Alcuni hanno i loro archi narrativi, le loro storie e i loro obiettivi (e che per questo chiamo “davanti”, ciò che sono in qualche modo in primo piano insieme ai protagonisti almeno per una parte della storia), mentre altri sono più di sfondo e interagiscono solo il minimo necessario (“dietro”).

Il solito avviso che bisogna dare quando si affronta la creazione di questi personaggi è che non esiste una regola d’oro; dipende dalla vostra storia, dai vostri personaggi principali, dal ruolo e dal peso che le interazioni tra questi e i personaggi secondari devono avere nella trama. Pertanto ogni personaggio secondario è un caso a sé. Di seguito una serie di riflessioni che potrete applicare ai vostri personaggi secondari per dargli (o togliergli) profondità a seconda delle vostre esigenze.

Quando avere un personaggio secondario?

Non è sempre ovvio quando è necessario introdurre un personaggio secondario. Generalmente è utile inserire nuovi personaggi quando un determinato ruolo o funzione non può essere svolta dai protagonisti per esigenze di realismo o di trama; non possono essere Ron e Hermione a tenere Harry nel sottoscala, quindi è necessario inserire gli zii meschini.

In caso esistano fazioni o gruppi di persone, il metodo standard è che essi siano rappresentati da un personaggio secondario che ne incarna le idee e i valori; ogni volta che i protagonisti interagiscono con questo personaggio, è come se interagissero col portavoce di tale gruppo o fazione.

Archi narrativi: fondamentali o superflui?

Così come i protagonisti hanno i loro archi narrativi, anche i personaggi secondari possono averne uno. A differenza dei primi però, non è obbligatorio che ne abbiano uno, come non è obbligatorio che duri per tutta la storia. Ecco un semplice schema che può aiutarvi a scegliere quale fa al caso vostro:

  • Arco narrativo esteso: il personaggio segue i protagonisti e interagisce frequentemente con loro lungo tutta la trama.
  • Arco narrativo ridotto: il personaggio interagisce con i protagonisti sporadicamente o per una durata limitata, ad esempio qualche capitolo o scena. Se ha un arco narrativo dinamico (cioè se cresce o cambia rispetto alla sua entrata in scena), questo dovrà essere concluso rapidamente per evitare di sovrapporsi ai protagonisti o di lasciare archi narrativi incompiuti
  • Arco narrativo assente: il personaggio interagisce con i protagonisti in misura minima, ad esempio fornendo oggetti o informazioni utili con poco focus sulla caratterizzazione

Interazioni coi protagonisti

Confrontarsi con i personaggi secondari può essere un momento di crescita o riflessione per i protagonisti; rendere un personaggio secondario genuino e reale comporta caratterizzarlo con idee sue, che spesso contrastano con quelle dei protagonisti.

  • Interazioni trasformative: le idee del personaggio secondario costringono i protagonisti a considerare un altro punto di vista o a cambiare idea o principi. In questo senso rappresentano un momento di crescita (o decrescita, in caso di idee negative) e aiutano ad accrescere l’arco narrativo dei protagonisti
  • Interazioni affermative: le idee del personaggio secondario convincono i protagonisti delle idee e dei principi che avevano già in partenza. In questo senso rappresentano un momento di cristallizzazione (anche qui positiva o negativa) dei protagonisti
  • Interazioni neutre: il personaggio secondario non ha idee che intaccano significativamente quelle del protagonista
  • Interazioni risolutive: i protagonisti incontrano un problema o un ostacolo e il personaggio secondario li aiuta ad affrontarlo
  • Interazioni supportive: il personaggio secondario incontra un problema o un ostacolo e i protagonisti lo aiutano ad affrontarlo

Esempio: Disco Elysium

Disco Elysium è una storia basata interamente sui personaggi secondari. Harry & Kim, i protagonisti, hanno una loro caratterizzazione e dei loro obiettivi, ma tutta la trama ruota attorno a quali personaggi secondari il giocatore sceglie di dare più spazio.

Ognuno di essi ha la sua storia, il suo modo di parlare, le sue fazioni e i suoi obiettivi; contemporaneamente nessuno diventa “ingombrante” al punto di ergersi a protagonista e sovrapporsi a Harry & Kim. Contemporaneamente, tutti contribuiscono a dare spessore all’ambientazione: dagli sgherri del sindacato agli ubriachi sulla spiaggia, dai bulletti di strada agli inviati delle corporazioni da oltreisola, il derelitto quartiere di Martinaise vive attraverso chi ci vive.


Questi sono solo alcuni spunti di riflessione su come creare i vostri personaggi secondari in modo che siano funzionali alla storia che intendete raccontare e che abbiano contemporaneamente vita propria. Qual è il vostro metodo preferito?

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Clockwork

Fisico teorico fallito che prova a scrivere e insegnare. Sinistroverso, controverso e... mi sono perso.

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