Bunny di Mona Awad è uno dei libri più particolari che abbia mai letto. Secondo romanzo della scrittrice canadese, l’ho divorato in appena due giorni, curiosissima di capirci qualcosa. Una storia delirante, a tratti schizofrenica. Uno di quei libri che puoi odiare o amare.
Che dire, io ho amato Bunny e non vedo l’ora di parlarvene. Iniziamo con la recensione! Vi avverto che ci saranno un po’ di spoiler, quindi attenzione.
La trama di Bunny
New England, Samantha Heather Mackey è una studentessa presso la Warren University e preferisce la compagnia della sua immaginazione a quella della maggior parte delle persone. Frequenta un corso di scrittura creativa molto esclusivo e si sente respinta dal resto della sua classe: un gruppo di quattro ragazze ricche e sdolcinate che si chiamano Bunny e sembrano muoversi e parlare come un’unica persona — una mente alveare.
L’unica amica di Samantha è Ava, un’ex studentessa di arte che odia tutto ciò che riguarda la Warren. E, chiaramente, detesta anche le zuccherose e svenevoli Bunny, che passano il tempo a stringersi in abbracci di gruppo, mangiare mini cupcake e farsi complimenti a vicenda.
Le Bunny sembrano avere un inquietante potere che va oltre la semplice scrittura creativa. E tutto per Samantha cambia quando riceve un invito allo Smut Salon, una delle loro serate esclusive. Durante questa serata, le Bunny preparano un drink personalizzato per Samantha e la invitano a raccontare esperienze personali. Questa scena si tramuta velocemente in una specie di sogno febbrile.
Sarò sincera, all’inizio la trama mi sembrava piuttosto lineare, ma mi sono ricreduta nel momento in cui è esplosa una testa. Non voglio farvi ulteriori spoiler, perché credo di aver detto già troppo, ma questa non è la cosa più strana che succede nel corso del libro.
Una possibile interpretazione
Sono convinta che questo romanzo di Mona Awad si presti a tantissime interpretazioni. Una di queste è sicuramente legata al processo creativo e alla creatività in generale.
Le bunny sono intelligenti, ma non hanno l’immaginazione necessaria per creare storie durature che siano originali e in grado di reggersi da sole. Questo è simboleggiato dagli ibridi, che hanno capacità limitate, sono imperfetti e non hanno molto libero arbitrio. Gli ibridi sono per lo più copie superficiali dei personaggi dei libri che le ragazze hanno letto. La maggior parte delle storie del gruppo, infatti, manca di profondità ed è derivativa, anche se è scritta bene ed è esteticamente piacevole.
Samantha è sostanzialmente diversa dalle Bunny. Ha avuto una vita travagliata, con la povertà e la morte della madre, ed è stata costretta a sviluppare la sua immaginazione molto più delle sue compagne di corso. Non è consapevole dei suoi poteri creativi e riesce a creare ibridi senza nemmeno provarci.
Una critica alle istituzioni
In questo romanzo è sicuramente presente anche una riflessione sul tema del plagio. Eleanor, la leader delle Bunny, chiede a Samantha di unirsi a loro, perché sa che lei possiede una creatività che le Bunny non possiedono. Quando Samantha trasforma accidentalmente un cervo nel cortile in un ibrido, le Bunny se ne appropriano, diventandone ossessionate: le Bunny, prive di immaginazione, si prendono il merito di qualcosa che non è loro.
Bunny è anche una satira dissacrante e spietata a quelle istutuzioni che cercano di insegnare il processo creativo attraverso corsi orientati alla performance. Le scene in cui Samantha e le compagne di corso discutono dei rispettivi progetti forse suoneranno familiari a chiunque abbia partecipato a un laboratorio di scrittura creativa pieno pretenziosi aspiranti scrittori: le Bunny descrivono il loro progetto come “sperimentale”, “basato sulla performance” e “così intertestuale”. Parole che, dopotutto, non significano nulla.
Per concludere…
Bunny di Mona Awad non era assolutamente quello che mi aspettavo, ma l’ho divorato in pochi giorni. È un libro che vi consiglio se cercate una storia febbrile, delirante, con colpi di scena che vi faranno venire voglia di divorare il prossimo capitolo.
Voi l’avete letto?
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