Musashi è sensazionale e devi recuperarlo assolutamente!

da | Set 11, 2024 | Recensioni, Avventura, Storico

Musashi di Eiji Yoshikawa è uno dei migliori libri che possiate leggere nella vostra vita. Si tratta di molto più che un semplice romanzo storico ambientato nel Giappone feudale, in cui seguiamo il migliore Samurai di tutti i tempi, è un’esperienza che trascende la pagina e ci permette di incamminarci, forse per la prima volta, lungo un percorso di crescita spirituale e personale insieme al protagonista della vicenda.

In questa recensione non mi limiterò a coprire i pregi e i difetti di Musashi, poiché ne analizzerò anche alcuni dei temi più belli e che mi hanno colpito maggiormente, sperando di incuriosirvi abbastanza per convincervi a leggerlo, così che anche voi possiate godere di quanto questa meravigliosa opera ha da offrire.

La Trama

Miyamoto Musashi, Samurai

La storia, come forse avrete già capito, segue le vicende e le avventure di Miyamoto Musashi, colui che molti ritengono essere stato il più grande samurai di tutti i tempi. Ma prima che egli diventasse – beh – Musashi, era un giovane turbolento pieno di passione, testardaggine, e impulsività, e si chiamava Shinmen Takezo.

Questa è la storia del suo percorso, della sua crescita e maturazione, tanto da spadaccino quanto da uomo.

Viaggiamo dunque indietro nel tempo, sino al lontano 1600, in Giappone. Sono gli albori dello Shogunato Tokugawa, anche noto come Periodo Edo, e la fatidica battaglia di Sekigahara si è appena conclusa. Dopo il terribile scontro in cui centinaia di migliaia di uomini si sono combattuti per i loro daimyo e in decine di migliaia sono caduti, fra i superstiti vi sono due giovanissimi amici.

Lo sbandato Matahachi e il focoso Takezo, sfuggiti alla morte per miracolo, si lasciano alle spalle il campo di battaglia devastato, cercando di capire cosa fare: il loro signore è stato sconfitto, sono lontanissimi da casa, senza cibo né acqua, e sono soli – e incontrare qualcuno potrebbe non essere un bene, fra ronin, saccheggiatori, e samurai nemici.

Presto i pericoli della via saranno loro noti, ma questo non farà altro che spingerli a ritornare a casa: le loro vecchie vite li aspettano; forse non era per loro fare i samurai e coprirsi di gloria e onori… Le cose però cambiano quando, dopo un fatidico incontro, lo sprovveduto Matahachi decide di non volere più tornare al villaggio di Miyamoto, sfuggendo così anche alle imminenti nozze con una fanciulla a lui promessa.

Dopo alcune complicazioni con dei feroci banditi, i due amici si separano. Takezo dovrà dunque continuare il viaggio verso casa da solo, facendosi anche carico di recare notizia della scelta di Matahachi di farsi una nuova vita altrove alla sua famiglia. Ma questo finirà soltanto per essere fonte di ulteriori problemi per Takezo, nonché l’inizio di una faida destinata a durare decenni… Sarà però anche un passo fondamentale nel viaggio a venire.

Una volta tornato a Miyamoto infatti, le cose andranno di male in peggio per Takezo, il quale verrà accusato di terribili crimini, oltre a macchiarsi le mani di sangue. Qui verranno anche introdotti altri due personaggi centrali per la vicenda: il saggio ed erudito monaco zen Takuan; e la bella e gentile ma insospettabilmente determinata Otsu, la fanciulla che sarebbe dovuta finire in sposa a Matahachi.

Tra una cosa e l’altra, il monaco Takuan catturerà Takezo, e lo farà rinchiudere in prigione, dove il giovane passerà ben due anni. Qui l’irascibile, impulsivo e ferale samurai imparerà molto, prima cosa fra tutte la capacità di riconoscere la propria ignoranza, e sorgerà in lui l’inestinguibile desiderio di diventare un prode spadaccino, migliorando così anche come uomo.

Una volta tornato libero, Shinmen Takezo rinuncerà al proprio nome – liberandosi anche di tutti suoi averi e rinunciando alla propria eredità di figlio di un noto samurai -, diventando così Miyamoto Musashi, un uomo nuovo: nato una seconda volta e con una seconda occasione di mettere a frutto la sua vita. Forte dello studio e delle riflessioni svolte durante il periodo di prigionia, Musashi deciderà di dedicarsi anima e corpo al suo obbiettivo di migliorarsi, sperando di diventare gradualmente più saggio – un po’ come Takuan, che imprigionandolo gli ha in realtà fatto un dono senza eguali.

Questo però non è che il punto di partenza per una vita di avventure ed esperienze, ognuna delle quali arricchirà Musashi, anche se certe lezioni si dimostreranno particolarmente dure da imparare, soprattutto quelle più umane.

Duelli, battaglie, filosofia, arte, passione, amore, morte, saranno tutti elementi con cui Musashi si dovrà rapportare per potere diventare l’uomo che ambisce a essere. Da apprendista a maestro, di nuovo studente, e ancora una volta mentore, persino agricoltore; amico, rivale, amato, Musashi è tutti loro, e alla fine il totale sarà più della somma delle singole parti.

I Personaggi

Sasaki Kojiro, il rivale di Musashi - disegno di Takehiro Inoue

Miyamoto Musashi è il protagonista indiscusso della storia, dopotutto è la sua storia – anche se in un certo senso è anche quella del Giappone di quegli anni, e quella di molte persone che ha incontrato. Seguirlo è oltremodo affascinante e vederlo crescere – e quanto cresce! – è fonte di enormi soddisfazioni. Il suo percorso diletta e stupisce, appassiona e trasporta. Ogni suo incontro è una lezione, ogni tappa del cammino un prezioso ricordo.

Gli evidenti difetti e carenze umane di questo giovane uomo alla ricerca di sé non fanno altro che farcelo amare di più alla fine. La sua testardaggine, la sua tendenza a scaldarsi in fretta, l’ottusa cecità nei confronti dei sentimenti altrui e propri, e questa sua ossessione di crescere in quanto Uomo di Spada non sono che l’argilla con la quale si plasmerà un uomo molto più maturo e saggio, in grado di ispirare ammirazione, rispetto, e molto di più.

Otsu, che di primo acchito può sembrare un personaggio di sfondo, si rivelerà ben presto più che una fanciulla disperata perché abbandonata dal fidanzato prima delle nozze. La sua passione ardente e la sua determinazione per ottenere ciò che vuole non sono seconde a quelle di nessuno; esige dunque considerazione e rispetto, oltre che la nostra incondizionata empatia. In un mondo pieno di pregiudizi e limiti per le donne, Otsu fa del proprio meglio per reclamare quanto desidera, esponendosi a rischi terribili, pericoli, e non dandosi mai per vinta.

Il saggio Takuan è un altro personaggio in grado di richiamare l’attenzione del lettore a sé ogni qual volta apre bocca o compare su pagina. Le sue riflessioni sono ogni volta d’ispirazione, oltre che ottimo spunto per farne delle proprie.
Tutti noi vorremmo incontrare un Takuan nella nostra vita, che ci possa aiutare e consigliare, dandoci i giusti colpetti per indirizzarci sulla retta via; purtroppo non tutti abbiamo questa fortuna, quindi dobbiamo fare del nostro meglio per imparare quanto ha da offrire attraverso la pagina.

Vi sono innumerevoli altri personaggi secondari degni di nota, “purtroppo” troppi per farlo senza trasformare questa recensione in una vera e propria analisi! Meritano una menzione speciale però i due discepoli che Musashi prenderà sotto la sua ala nel corso degli anni, i quali oltre a essere piacevolissimi compagni di viaggio aiuteranno il loro maestro tanto quanto lui aiuterà loro. Musashi dovrà infatti imparare anche a insegnare e a prendersi cura delle persone che ha accanto, accantonando l’idea di dover essere solo per potere crescere che aveva da più giovane.

Un cenno di apprezzamento va rivolto anche al povero Matahachi, mediocre per eccellenza, che non ne fa mai una giusta e dà la colpa ad altri di ogni sua sfortuna o errore. Splendido però è anche il suo percorso, che per gran parte del romanzo è forse diametralmente opposto a quello del vecchio amico della gioventù, verso il quale arriverà a provare un vero e proprio odio! Ma Matahachi non è un uomo cattivo, anche se incredibilmente imperfetto e fallace, e vedere come anche chi non è “eccezionale” può comunque sperare di cambiare e crescere è fonte di ispirazione, oltre che causa di un’inaspettatamente travolgente soddisfazione.

In chiusura, una nota di lode è riservata per Sasaki Kojiro, il micidiale samurai che diverrà rivale giurato di Musashi. Kojiro, inizialmente molto affine a quello che poteva essere il giovane Takezo, diventa il contraltare perfetto per il Musashi più maturo e sempre più vicino all’illuminazione. La rivalità fra i due si infiammerà sempre più, un incontro dopo l’altro e ogni volta che Kojiro riceverà nuove delle gesta di Musashi. Questo condurrà a un punto di non ritorno, in cui la tensione e i sentimenti accumulati negli anni potranno trovare una sola via d’uscita: il duello più importante della storia di tutto il Giappone.

Il Mondo

Dipinto storico: Casa di Geishe, Edo

Il Giappone che Eiji Yoshikawa ci presenta nella sua opera è reale e tangibile, vivido e vibrante come il migliore dei dipinti.

La natura storica del romanzo garantisce un’immersione senza eguali nella realtà del primo Seicento, permettendo al lettore di assaporare i cibi e i profumi delle campagne e delle città, di conoscere parte di questa cultura per noi così lontana ma così ricca e affascinante!

Persino l’abbigliamento viene approfondito e presentato con cura: le stoffe e i materiali, i colori, i tipi di abiti che determinate persone potevano sfoggiare.

Nulla è lasciato al caso, tutto è nitido e chiaro, proprio come se anche chi legge varcasse la soglia di quella taverna lungo la strada verso Edo, per poi venire sommerso dagli odori provenienti dalla cucina e degli avventori stanchi dal lungo viaggio. Seduti ci sono soggetti assortiti, ognuno dei quali un piccolo universo a sé stante con così tanto da dire: ci sono mercanti, monaci, mendicanti, prostitute, ronin, samurai, contadini, e altri. Ovunque tu volga lo sguardo, c’è da imparare qualcosa di nuovo, da restare ammaliati e stupiti.

Le città non sono anonimi complessi di edifici e palazzi posti in successione, bensì centri pieni di vita e personalità, animati dagli abitanti e da ricche descrizioni dei mercati, delle pagode e templi, dei castelli, dei dojo, persino dei bordelli, e dei cantieri che promettono un’espansione e crescita del Paese. Ogni via è una delizia, ogni svolta una sorpresa.

Ma non è solo il lato della civiltà umana a irretire chi legge, poiché la natura stessa viene presentata con una cura e grazia e maestria che non può fare altro che togliere il respiro. Le foreste e il loro sottobosco, le valli fra i monti e i loro picchi, i fiumi che scorrono tra i campi coltivati, le isole lungo la costa battuta dalle onde del freddo mare, la spuma sulla sabbia, i suoni degli uccelli e degli animali.

La Prosa

Eiji Yoshikawa, l'autore.

Il romanzo è figlio del suo tempo – è stato pubblicato nel 1939! – ma ancora oggi questo non pone nessun limite, a testamento della sua travolgente qualità.

Eiji Yoshikawa è un maestro, un artista che con la penna – o forse la macchina da scrivere – dipinge, scolpisce, e incalza e cattura il lettore. Le descrizioni sono senza fallo, sempre deliziose; il ritmo, per quanto a volte lento, non è mai pesante, anzi è perfetto per ciò che sta venendo presentato su pagina; i dialoghi sono tutti verosimili, spesso memorabili, e sempre capaci di reclamare l’attenzione.

Niente scuse dunque, se il romanzo stuzzica la vostra curiosità, leggetelo!

Temi e Filosofie

Dokkodo, scritto di Musashi risalente ai suoi ultimi giorni di vita.

Come brevemente accennato in precedenza, uno degli aspetti che rende Musashi un’opera speciale è che si espande su più livelli: c’è quello storico, quello più da romanzo d’avventura, e c’è anche un po’ di romanzo di formazione. Ma ciò che lo separa dalla maggior parte delle opere di finzione è la presenza di dei temi importanti per chiunque, oltre che alcuni spunti filosofici.

La filosofia di Musashi non viene mai presentata espressamente, come se si stesse leggendo un qualche testo accademico, ma è sempre presente, e si espande per tutta la durata del romanzo, fino a sbocciare in preziose massime e lezioni. Di seguito citerò in maniera sintetica alcune di queste, significativamente più efficaci nella loro forma originale, ma voglio darvi un’idea…

Trovare sé stessi, il proprio luogo di appartenenza – figurativamente parlando -, è una delle cose più importanti. Per essere felici, per sentirci realizzati, dobbiamo infatti imparare a conoscerci, e questo è possibile solo facendo esperienza – non si sa mai cosa può essere importante, quindi, in un modo o nell’altro, tutto lo è.

Non respingere gli altri: non è stando da soli che si raggiunge la crescita personale e la felicità. Questo non significa che non si debba mai passare del tempo da soli per riflettere o fare qualcosa di importante, anzi! È fondamentale però ricordarsi che è attraverso lo scambio con gli altri che si matura e cresce di più.

In chiusura, come ultimo elemento che vorrei nominare, c’è lo splendido pensiero per cui la bellezza è ovunque, che l’Arte – da intendersi come maestria in qualcosa, con conseguente elevazione personale – è alla portata di tutti, con il giusto impegno e dedizione.

Musashi infatti non si limiterà a diventare il migliore Uomo di Spada del Giappone – quello è il sogno di un ragazzino che vede il mondo in modo molto limitato. La Via è molto di più. Coltivare la pittura fa parte della Via, così come sapere tenere con cura a una pianta o a un fiore; ogni gesto e mansione, anche la più semplice e umile, può essere elevata ad Arte. E la vera grazia, la bellezza, e la crescita in quanto esseri umani c’è quando ci dedichiamo a un’Arte, senza pretesa di diventare o essere i migliori, ma con devozione – il miglioramento verrà da sé col tempo.

Ci sarebbero decine di altri spunti, come il non rimpiangere mai le proprie azioni, imparare a godere delle piccole cose, non tradire mai sé stessi, non perdersi inseguendo cose altrui o che non si posseggono, distaccarsi dalle possessioni materiali, e altro.

Pensieri in Chiusura

Miyamoto Musashi, disegno di Takehiro Inoue

Musashi di Eiji Yoshikawa è un libro unico, che merita di essere letto da tutti, anche da chi si sente scoraggiato dinanzi alla sua stazza o si lascia intimidire dall’anno in cui è stato scritto.

Non posso garantire però che la lettura vi folgorerà seduta stante, sicuramente aiuta avere una predisposizione a questo genere di scritto: essere dotati della giusta sensibilità e curiosità.
Ma rinunciare in partenza, non dargli e darsi un’occasione sarebbe il vero peccato. Purtroppo non posso fare come Takuan, rinchiudendovi in una cella e costringendovi alla lettura – l’avete fatta franca! – ma mi auguro di avervi quantomeno incuriositi con le mie parole. Lo spero davvero.

Musashi è un capolavoro, probabilmente il mio libro preferito, e mi ha dato ben più di quanto mi potessi aspettare. Per questo motivo e per i punti che ho trattato nei paragrafi precedenti, non posso che dargli:

10/10 Perfetto e Senza Tempo

Qua da Axel è tutto, alla prossima!

Se la recensione ti è piaciuta, lascia pure un commento! Fammi sapere se darai un’occasione a questa storia.
Ti va dai un’occhiata alle mie altre recensioni? Ne ho di romanzi di tutti i tipi! Vedi l’intera serie di Red Rising di Pierce Brown: Red Rising, Golden Son, Morning Star.

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Axel M. P.

Studente di Scienze della Comunicazione, amante della Letteratura e del Cinema, che punta a diventare autore a tempo pieno. Che faticaccia...

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