Una delle mie prime letture e recensioni del 2024 era stata Per Aspera Ad Astra, scritto da Chiara Saccuta e edito da Lumien, per cui nutrivo sincere speranze. Forse non era il libro dell’anno, aveva delle lacune ma aveva anche del potenziale per essere una storia originale e interessante.
Una delle mie ultime letture del 2024 è stata proprio Post Fata Resurgo, il secondo capitolo della saga. Con questo libro, mi spiace ammetterlo ma ogni mia speranza è andata in frantumi. Attenzione, la recensione contiene alcuni spoiler!
L’inizio e la fine
Il primo libro ha avuto un discreto successo per il suo worldbuilding originale e per la sua storia che è riuscita a coincidere fantascienza, fantasy e romance. Si conclude con Edward, ormai conscio dei suoi poteri e delle sue origini, che affonda nell’abisso di follia in cui questi lo portano e aggredisce Ambrosine rubandole la fonte dei suoi poteri: il seme stellare.
Post Fata Resurgo si apre con Ambrosine in preda alla depressione dopo essersi lasciata in maniera a dir poco spiacevole con Edward ed essere rimasta sola. Ora è debole, costretta in manette e costantemente vessata dai suoi parenti e dalle famiglie delle altre costellazioni.
Edward intanto si dà alle droghe e ammazza un poveraccio su Titano che ha espresso complimenti volgari su Ambrosine. Davvero furbo e maturo da parte sua, soprattutto sapendo che dovrebbe mantenere un basso profilo dato che è ricercato dall’intero Kosmos.
Una tecnica così segreta che non la conosce nessuno
Per altre cento pagine si sussegue un alternarsi di Ambrosine che piange e soffre ed Edward che non sa bene cosa fare nella vita. Ora si è ufficialmente unito ai Nox, ma non sembra molto entusiasta del piano di suo padre, il precedente Padrone dei Buchi neri: spegnere l’universo per evitare che una malattia tra Incarnazioni Stellari e Signori Planetari dilaghi.
Tuttavia inizia a ripensarci quando i Nox gli dicono che esiste una tecnica segreta per separare il seme stellare dall’Incarnazione Stellare senza ucciderla, così da poter inghiottire stelle e pianeti senza far morire nessuno. Spoiler: questa tecnica non verrà mai mostrata o approfondita, nessuno ne parlerà mai davvero e Edward per primo non chiederà di saperne di più. Lui semplicemente si fida sulla parola dell’esistenza di questa tecnica e decide di portare a termine il piano di suo padre.
Un nemico inaspettato
È solo a un sesto del libro che accade qualcosa in grado di catturare la mia attenzione: arrivano gli alieni. Misteriosi, diversi, aggressivi, sono i classici alieni che ci conquisteranno tutti. Pure il loro aspetto è quello del tipico umanoide grigio (qui bianco) senza caratterizzazioni facciali. Un Voldemort ma nello spazio insomma.
Sono venuti a prendere Edward, o almeno così pare finché non vengono sconfitti e battono in ritirata.
Speravo che l’arrivo di queste entità sarebbe stato la colonna portante del libro, invece no. Durante la storia i personaggi accennano agli alieni, trovano alcune informazioni su di loro ma nulla di realmente rilevante. Forse tutto ci verrà rivelato nel terzo libro, chi lo sa.
Il ballo che mi ha fatto girare la testa
La trama vera di questo capitolo inizia a quasi duecento pagine, quando Edward e Ambrosine finalmente si incontrano e lui le restituisce il seme stellare. Da qui in poi sarà un lungo cercarsi e pensarsi dei due che culminerà con una scena che a parer mio è terribilmente forzata e trita.
Dato che mezzo Kosmos sospetta che i saturnali nascondano Edward, i vertici decidono di obbligare il Signore di Saturno a organizzare la Santificazione, una celebrazione religiosa molto importante, e di ospitare di conseguenza sul suo pianeta e le sue lune tutte le Incarnazioni Stellari e Signori Planetari che parteciperanno.
La festa si apre con un ballo con tutti i potenti del Kosmos, tra cui ovviamente anche Ambrosine. Qui Edward la vede ballare con il suo – nuovo – promesso sposo, il prossimo Signore Planetario di Urano, e decide di fare l’ex geloso. Esce dal suo nascondiglio e scende a ballare con lei in mezzo a tutti, con solo un comodo cappuccio – e una solida plot armor – a nascondere la sua identità, e nessuno lo nota! Edward ha proprio una fortuna sfacciata.
Dopo il ballo i due decidono di prendersi del tempo per conoscersi meglio e quando Ambrosine torna alla celebrazione scopre che pochi si sono accorti della sua assenza. Deduco che Edward l’abbia conosciuta molto in fretta (nonostante l’atto sia durato nove pagine). Se in PAAA la relazione tra i due sembrava un po’ forzata e un po’ fredda, qui è bella focosa, quasi ustionante. I due alternano momenti di possessività ad abbracci cura-traumi, instaurando una – non molto sana – codipendenza.
Scene che non funzionano
Un altro problema del libro sono le scene d’azione. In questo capitolo ce ne sono parecchie e hanno tutte gli stessi difetti. Sono molto lunghe, il testo non scorre, è un elenco puntato di azioni che risulta macchinoso da leggere, non sono coinvolgenti. E, quando non si combatte, ci sono delle scene emotive, anche di per sé molto commoventi, infilate a forza per aggiungere una parvenza di profondità alla storia.
Per esempio c’è una scena in cui Ambrosine e Harald devono cercare dei filmati riguardanti gli alieni nascosti in casa Lira, e a quanto pare l’unica persona a sapere dove si trovano è la zia Teti, ora imprigionata nella sua stessa nave, che non vede di buon occhio Ambrosine. Le due hanno una lunga e commovente conversazione sui traumi della zia, sul suo passato, sul loro legame. L’ho trovata sinceramente ben scritta, i dialoghi erano realistici e la storia della zia era davvero toccante. Raggiungono un accordo: se Teti dirà loro dove si trovano i filmati, Ambrosine la libererà.
La risposta di Teti è letteralmente «Sono nel cassetto a destra sotto la valvola di accensione del motore». In quella stessa stanza. La stanza della nave che Ambrosine e Harald potevano semplicemente ribaltare per trovare i filmati e la zia non avrebbe potuto impedirlo. Invece no, ci siamo beccati una scena profonda, anche molto bella, ma che perde totalmente di significato ora.
Personaggi e scenari di convenienza
Il libro poi contiene alcuni personaggi di cui non ho ben capito l’utilità, se non quella di riempire lo sfondo. Per esempio Shawn e Leda, che ogni tanto si sono fatti sentire ma di concreto hanno fatto poco. Poi c’è Natalia, la sorella perduta di Edward, dalla doppia personalità: una dolce e gentile e l’altra psicotica. Fa una bella entrata in scena, ma dopo quel momento avrà poca rilevanza e il suo unico obiettivo sarà liberare suo padre e piagnucolare quando Edward non la accontenta.
Un altro è Arisu, il fratello disabile di Inari, l’Incarnazione della stella Peonia a capo dei Nox. Arisu è un ragazzo tranquillo e dolce, costretto a letto per una malformazione alle gambe e nascosto a tutto il Kosmos. Il suo unico scopo nella storia è sollevare il malumore di Ambrosine e fornire dubbie perle di saggezza, oltre che spuntare la casella “personaggio disabile” nella checklist.
Ciò che già rappresentava una falla in Per Aspera Ad Astra torna anche in Post Fata Resurgo: la storia è sempre ambientata in navi e palazzi. Le città non vengono mai esplorate, il popolo non viene mai visto. Come se al Kosmos contassero solo i grandi e potenti aristocratici delle costellazioni. Viene vagamente descritta Titano in occasione della Santificazione, ma questa parte è così breve da passare inosservata.
Finale e conclusioni
In ultimo, il finale. Purtroppo sarà uguale a quello del primo libro: Edward impazzisce e fa danni (questa volta più gravi per rendere il tutto più “interessante”), e Ambrosine viene rinchiusa da qualche parte, presagendo che i due amati dovranno ancora una volta rincorrersi e ritrovarsi come è successo per metà di Post Fata Resurgo.
Onestamente non so dove voglia andare a parare la storia. Ha così tanti punti aperti e ho paura che non verranno chiusi tutti o peggio, verranno chiusi male. Suppongo che gli alieni avranno un ruolo più centrale del terzo libro, forse il Kosmos si alleerà per combattere il nemico comune o forse no; forse gli alieni si alleeranno con Edward oppure qualcos’altro ancora. In ogni caso temo non sarò interessata a leggere per la terza volta di scene d’azione rigide e meccaniche, di una relazione che sfocia sempre di più in una possessività tossica e dei deliri di onnipotenza di Edward.
Sono sinceramente dispiaciuta, perché credevo davvero in questa storia. Aveva del potenziale, c’erano delle parti da migliorare ma aveva una buona base da cui partire. Purtroppo però le mie aspettative sono state deluse.
Voi lo avete letto?
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