Stelle Meccaniche è un libro di fantascienza della scrittrice e giornalista italiana Alessia Principe. Allo scorso Salone del Libro mi sono fermata allo stand di Moscabianca e Stelle Meccaniche mi ha incuriosita.
Il libro prometteva un worldbuilding articolato, dalle tinte post-apocalittiche, e ho deciso di acquistarlo un po’ perché la quarta di copertina mi aveva intrigata tantissimo e un po’ per provare un libro di fantascienza italiana. Avendo letto e recensito qualche fantasy italiano, volevo buttarmi anche sullo sci-fi.
Sono partita in quarta, ma purtroppo le mie aspettative sono state deluse. E adesso vi spiego perché.
Il libro
Stelle Meccaniche è stato pubblicato a inizio 2023 dalla casa editrice Moscabianca e ci trascina in una Terra in cui il sole si è spento. Dopo l’implosione della stella artificiale Meti, che prometteva energia eterna, il mondo per come lo conosciamo ha smesso di esistere.
Anche il tempo è cambiato, infatti la narrazione è piuttosto frammentata e l’autrice ci racconta la storia attraverso flashback e flashforward. Una storia costruita su più livelli, insomma. Stelle Meccaniche non è un libro semplice e richiede molta concentrazione durante la lettura. Un aspetto sicuramente apprezzabile!
In questo mondo post-apocalittico, i protagonisti sono tanti: Giosuè e Tito, che aspettano di ricevere un trapianto; Miriam, che sembra avere un Talento speciale; i pescatori entropici di Resti che si avventurano nella volta celeste.
Un worldbuilding che si arrotola su se stesso
Il worldbuilding all’apparenza è intricato e affascinante. Purtroppo, però, non viene spiegato quasi nulla e sono arrivata alla fine della lettura con più domande che risposte.
Sono passati due secoli dall’implosione di Meti e nessuno ricorda l’aspetto del sole. Ciò che rimane dell’umanità è in mano agli Arcolai. La fonte di energia principale è costituita da frammenti di ricordi, detti Resti, che galleggiano nella volta celeste.
Le cose importanti non finiscono qui. In questa realtà distopica le persone sono carne da macello pronte per essere rottamate. I più privilegiati hanno la possibilità di ricevere trapianti di organi e arti, mentre gli altri devono accontentarsi di organi e arti artificiali, fino a quando non resta nulla di loro.
In generale non ho capito molto sulla società in cui vivono i protagonisti. Non ci viene spiegato nulla sugli Arcolai — chi sono, come sono arrivati al potere, ecc. — e nemmeno sui Resti. Come viene estratta l’energia da questi resti? Perché in duecento anni non è stato trovato un altro modo per produrre energia?
Cosa mi è piaciuto
Lo stile di scrittura mi è piaciuto e penso si sposi appieno con la storia che l’autrice vuole raccontare, anche se ogni tanto si perde in liricismi che appesantiscono un po’ la narrazione. Inoltre, ho apprezzato molto i dialoghi: in generale sono ben costruiti e ogni personaggio ha la propria voce ben distinta, soprattutto Tito.
L’idea della stella artificiale è fantastica ed è il motivo principale per cui ho scelto di leggere questo libro. Davvero, mi piaceva tantissimo la premessa di un mondo post-apocalittico in cui il sole si è spento ed è stato sostituito da una stella artificiale.
Cosa mi ha lasciata perplessa
Ci sono tante cose che mi hanno lasciata perplessa. Questo paragrafo sarà lungo, vi avverto.
Ad esempio, il fatto che le persone vengano usate come pezzi di ricambio. Fatico a trovarne il senso nel momento in cui c’è la possibilità di ricevere arti e organi artificiali. Se c’è la tecnologia per costruirne di artificiali, perché “rottamare” le persone meno privilegiate? Non viene mai spiegato o fatto intuire il motivo per cui ci sia un bisogno così grande di organi e arti. Mi è sembrata solo una cattiveria inutile.
Parliamo poi dei Talenti, un altro aspetto che non ho capito appieno. I bambini possono avere dei Talenti, anche se non viene mai davvero spiegato cosa sono e perché sono così importanti. Chi ha un talento ha un grandissimo privilegio perché non verrà mai rottamato e vivrà una vita nella zona più ricca della città. I ragazzi, quindi, vengono regolarmente sottoposti a delle prove per cercare di far emergere questi Talenti.
La parte finale, diciamo l’ultimo terzo del libro, mi è sembrato molto confusa, soprattutto per l’espediente narrativo dei flashback e flash forward che rendono lo svolgimento della trama ancora più febbrile. E il finale arriva troppo in fretta.
Per concludere…
Tante belle idee, un’esecuzione molto confusa. Il finale in particolare è stata una grande delusione. Nonostante questo, penso che leggerei altro di questa autrice, perché il suo modo di scrivere mi è piaciuto molto e ha sicuramente delle idee molto originali.
Voi conoscevate Stelle Meccaniche? L’avete letto?
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